4.9.13

Pastinaca re in banca


P> Buongiorno
D> Lei dice? Prego si stravacchi pure su questa scomodissima sedia: si sentira` subito a disagio. Aspetti che chiudo la finestra
P> Ma no lasci stare l`aria condizionata: amo sentire il cinguettio catarroso dei passeri malati di questa citta`.
D> Ma che ha capito: E solo per far alzare la temperatura cosi` lei inzia  sudare e il suo disagio aumenta.
P> Sudero` per Lei.
D> No guardi non cominciamo con questi toni: Lei che e` venuto qui` mica l`ho mandata a chiamare. E poi i seguo le direttive centinia di kiloobytes di direttive elaborate da fior di psicologi sociologi e semplici stronzi per massimizzare il vantaggio che abbiamo noi nel giocare in casa. L`obiettivo qui` caro cliente e` di farla a pezzi e Lei lo sapeva gia` no?
P> Si una certa idea...
D> Ma si che lo sapeva! Stamattina prima di venire qui` si e` preparato il suo discorsetto e qualche giorno fa si e` pure letto uno di quei librelli tipo "come farsi amici tutti in 5 minuti" o "tecniche di comunicazioni vincenti" o "l`aikido della cominicazione non vorbale" O anche "Prossemica bancaria"
P> In verita` no. Amo improvvisare.
D> Ma mica siamo a teatro! Lei mi deve venire preparato deve passare un paio di notti su google a cercare di capirci qualcosa di tutte le manfrine pseudo finanziarie che tra poco le sciorinero`! lei non ha idea di quello che l`aspetta.
P> Confesso che amo l`incerto.
D> Vabbe` ho capito il tipo: fiducia di se a mille. Magari qualche giorno fa ha fatto centro con qualche povera disgraziata messa peggio di Lei e adesso si sente come scarface..o forse s`e` fatto una pistarella nel bagno qui` accanto.
P> Solo una pisciatella.
D> Il senso dell`humor sara` il primo a cedere sotto la pioggia battente di clausole  mutanti che le scagliero` contro.
P> Si ma io sono paladino livello 50.
D> Vuole vedere la mia collezione di scroti di paladino?
P> Magari dopo.
D> Prima o dopo che la trascinano fuori di qui` con le orbite vuote e il cervello cagliato in preda alla convulsioni da FIO (financial information overload)?
P> Meglio prima?
D> E sia! Dunque Lei ha bisogno di soldi. E` bisognoso. E` piu` o meno temporaneamente in una stato di poverta` relativa.
P> Ecco bravo.
D> Ho una buona notizia per Lei: Lei vuole i nostri soldi e noi Glieli vogliamo dare perche` continui a consumare qualunque cosa Lei stia a consumando e anzi aumenti i suoi vizi le sue dipendenze, cazzo!
P> Evvai!
D> Ma!
P> Ma?
D> Ci vogliono garanzie. Noi vogliamo essere sicuri che Lei o chi per Lei paghera`, e caro, il suo debito con centinaia, migliaia di ore lavoro della sua (o altrui) vita. Allra, al mio 3 tiri fuori le garanzie con la mano sinistra e con la destra bene in vista.
P> Che ne dice di una stretta di un mano e magari un baciotto mafioso?
D> Se fosse quel tipo di cliente starebbe 2 piani piu` su`.
P> Ah! Ecco! comunque io sono armato e Le garantisco che le spappolero` un`articolazione a sua scelta se non mi da un malloppetto di pecunia in taglio misto.
D> Seh! Una di quelle pistolette giocattolo, c`ha tolto il cappuccetto rosso e adesso che mi fa? Colla quantita` di antidepressivi che mi calo ogni mattina io sto piu` corazzato che  un giubbotto antiproiettile in kevlar modello hallokitty mercenaria.
P> No ma sparo davvero, vuole che le mandi in frantumi  il pc?
D> No che c`ho una partita di Sims aperta e ci stogiocando da 2 mesi. Su via la tiri fuori, vedere il modello!.
D> Ah! Lupara a canne mozze! Non male!.
P> Sa, sono della vecchia guardia.
D> Fa bene: ogni tanto vengono qui` con delle stronzate elettroniche che con un niente si inceppano e prima di capire che sta succedendo si trovano colla gola scuarciata dalla guardia giurata idrofoba che teniamo nel gabbiotto.
P> Allora il malloppetto?
D> Si. Apetti chiamo la segretaria, 500mila vanno bene?.
P> Si,grazie.
-------
D> E allora eccole qui` i suoi 480.000 e questi sono i miei 20.000 di commissione.
P> Benissimo, alle telecamere ci pensa lei.
D> Certo: e`incluso nel servizio.
P> Vuole che le frantumi la mandibola? Sa per le apparenze...
D> Non c`e` bisogno grazie.
P> Allora Buona giornata...
D> A Lei.

2.7.13

Pastinaca Re: un viaggio

E Pastinaca venne a dirmi
"Ecco un attrezzo ginnico".
"Ginnico e` il tuo attrezzo", gli conferma`io, con finta ammirazione, venata di noia, spruzzata di condiscendenza e ricoperta d`ironia.
"Ma non lo so`usare"
"Non lo usare" gli consiglia`io
mentre guardavo le nuvole farsi piu` nuvole e poi meno nuvole: le vagabonde!
"Lo vuoi?"
"No. grazie."
"Io parto."
"Ma torni."
"Torno."
"E vai dove?"
"Non ho una meta ma pregno son dello spirto del viandante"
"Vuoi una mappa?"
"No."
"Consigli?"
"Nemmanco"
"La mazza ferrata?"
"Ce l`ho."
"Fionda e bulloni?"
"Pure."
"Talismano multifunzione ricaricabile?"
"Nommi serve."
"Allora non indugiare."
"Mi presti il lettore mp3 colla raccolta del trio lescano?"
"No."
"Parto!"
"Parti!"

E Pastinaca viaggio` per terre non eccessivamente lontane.
A piedi e a cavallo,
sul carretto, sul cammello,
a dorso d`uomo e in bicicletta,
 con carovane, in mongolfiera,
 da solo e in compagnia.

Rubo`scarpe, rubo` cibo,
rubo`l`acqua, e i soldi,
rubo` vestiti e una parrucca e uno zaino.

Compro` una collana, la scambio` con un chihuahua,
si mangio` il chihuahua e con le ossa si fece una collana.

Incontro` una donna: si amarono per giorni 5 e miglia 87.
Poi biforcarono.

Pastinaca salvo` un gioioso maiale da arrosto certo.
Divennero amici.
Gli rubarono il maiale.
Pastinaca pianse.

Dormi` sotto un cielo stellato
Dormi` sotto un cielo ancora piu` stellato.
Dormi` con un bue scorreggione.
Dormi` con la moglie d`un fattone.
E poi con la figlia non chiuse occhio tutta una notte.

Vide l`alba su alto monte: bella ma un po` pacchiana, gli sembro`.
In una grande pianure la rivide e la stessa gli sembro`.

Incontro` genti di lingue diverse.
Si fece capire,
con le buone e con le cattive.

Poi rubo` un panino.
Ma lo beccarono.
Fino al tramonto lo picchiarono.
Al mattino tornarono e ancora lo picchiarono,
ma con meno vigore.
IL giorno appresso lo curarono.
Il quarto giorno gli regalarono un cavallo
e tanti, tanti panini.

Pastinaca arrivo` al mare.
Si costrui` una capanna.
Fece il bagno
e un castello di sabbia.
Odio` l`onda che glielo distrusse.

Passo` un VdC (Venditore di Cocco) che disse "Cocco, coccobbello, cocco."
"Dammi cocco"
"Ecco cocco, attendo moneta."
"Non ho soldi"
"Ridammi cocco"
"No."
"Che facciamo"
"Mangiamo cocco"
E mangiarono cocco e cantarono "Vamos a la playa"

Il VdC s`ando`.
Pastinaca resto`.
Poi si senti` un po` solo.
Raccolse una conchiglia e torno`.

"Son tornato"
"Ben tornato"
"Son`andato al mare"
"Bene"
"T`ho portato una conchiglia"
"Mettila insieme alle altre"
"E poi vatti a riposare che domattina si parte presto per un assedio", gli consiglia`io, guardando le formiche che andavano e quelle che venivano: le pendolari!

25.6.13

Ironman: l`eroe che non vuole stirare.


E i due nippobambini discutevano accanitamente sui loro eroi preferiti quando sento un nome nuovo "Aianman"."Chi mai e` costui?" mi chied` io.
Interrogati i nippargoli la descrizione e` quella di "Iroman".

"Oh mangiatori d`onigiri, m`avete sbagliato la pronuncia che il nome suo corretto e` Ironman: vuolsi cosi` alla marvel" ci spieg` io saccentino, ma i virgulti dagli occhi a mandorla mi mostrano figurine in numero 2. Essi`: C`e` proprio scritto "Aianman”(アイアンマン).
Segue cazziatone dei due samurai in erba...

Ma perche` mi indubito io, c`hanno cambiato il nome?
 A svelar arcano  accorre saggezza di casalingua Ella mi dice, soave il suo sorriso:  in giapponese ,  prestito dall`inglese ” iron ” (アイロン)  esiste si , ma vienlo usato vieppiu` addire ferro da stiro. E  se  Ironman lo avessero trascritto "aironnman"(アイロンマン)e tutti l`avrebbero pensato  "uomo ferro da stiro": un supererrore sarebbe stato!

15.1.13

la naia

Il servizio militare di leva e` stato in vigore in Italia dal 1846 al 2005 per 144 anni.

Per diverse generazioni la maggior parte dei giovani italiani e` stata obbligata a prestare servizio nelle forze armate per un periodo di diciotto poi dodici mesi (infine 10).
Si e` trattato di un  fenomeno sociale di vasta portata che ha avuto un impatto notevole nella cultura popolare italiana con innumerevoli racconti, romanzi, canzoni, film e fumetti; senza contare l`infinito numero di narrazioni orali che si trasmettevano spesso anche di generazione in generazione e ancora oggi qualunque italiano con piu` di 30 anni dopo un paio di bicchierini (a volte anche senza) appena appena incitato comincera` a sciorinare una serie infinita di aneddoti veri, falsi propri e altrui sulla famigerata naia.
E non poteva certo la naia mancare di contribuire generosamente al lessico italiano: con neologismi come naia, stecca, burba, gavettone, sbrandare, o nuove accezioni per parole di uso comune come nonno, borghese, sbrago, ministeriale.

Per definizione la naia era qualcosa di odioso, di negativo: una perdita di tempo e soldi per chi aveva gia` un lavoro (si c`e` stato un tempo in cui i giovani italiani entravano nel mondo del lavoro gia` a 18 anni!), causa di dolore, frustrazione per l`allontanamento dal primo grande amore o dalla famiglia, fonte di vessazioni e violenza subite soprattutto per i tipi un po` piu` sensibili, meno estroversi . Pero` poi,  a naia finita, dopo qualche anno, rimanevano indelebili ricordi soprattuto di grandi amicizie, cameratismo, avventure picaresche, "nuove eperienze".

Per molti la naia era un`occasione unica conoscere posti e genti e realta`nuove e tanto diverse da quella in cui erano cresciuti e alla quale quasi sempre sarebbero ritornati per passare il resto della loro vita. La vita militare improntata ad una disciplina e regole spesso ottuse e assurde costringevano i giovani ad elaborare nuove strategie mentali di difesa  sopportazione o reazione nei confronti del mondo della caserma che anche quando non era apertemente ostile era comunque duro, "maschio", "massiccio".
Molti erano consapevoli del lavaggio del cervello che inevitabilmente subivano e imparavano a combatterlo con ironia, aperta ribellione o pura sopportazione, alcuni invece cedevano e finivano per fare propri i valori istigati, magari non apertamente perche` atteggiamento socialmente stigmatizzato da parte dei camerati.
Alla fine l`anno di militare lasciava un segno in quasi tutti: si tornava a casa "cambiati", "uomini". Di fatto la leva ha rappresentato per quasi un secolo e mezzo il rito di passaggio all`eta` adulta per gli italiani maschi: si partiva ragazzi si tornava uomini che aveno mostrato di avere abbastanza "palle" per affrontare la vita da adulti che li aspettava.

Certo non tutti accetavano di buon grado il sacrificio di un anno di vita per la patria. Di fronte a qualcosa di obbligatorio che non porta nessun vantaggio materialmente apprezzabile spesso lo spirito italico dava prova della sua piu` grande qualita`: la furbizia.
Intere famiglie (capeggiate in questo caso dalle mamme) si mettevano all`opera: contatti, raccomandazioni, soldi, favori, malattie, tutte le carte a disposizione venivano giocate per evitare la leva e se non potevano avitarla che almeno fosse comoda: vicino a casa, un posto inboscato in qualche ufficio tranquillo, un "declassamento di quarta" che permettesse di evitare campi, esercitazioni, marcie e guardie.
La classica dicotomia italica: da un lato i furbetti che la fanno franca, dall` altro gli onesti che se lo prendono nel culo e marciano.

E pero`, un ricordo tra i tanti, l`ultima notte alla marcia dei congedanti ce n`era uno di questi furbetti che s`era passato quasi tutto il militare a casa tra congedi malattie e quant`altro, e marciava con noi che c`eravamo fatto un anno di botta ma poi mentre ci abbracciavamo lui piangendo ci ripeteva che avrebbe voluto passare l`anno con noi: aveva capito che per passare un anno a casa insieme a famiglia e ragazza avava comunque sacrificato qualcos`altro che avrebbe potuto essere ugualmente emozionante e importante.
Mi chiedo che tipo di italiano sia diventato.

Eccovi la canzoni Poggibonsi cantata da Milva con scene dai film "Marcia trionfale" e "Soldati 365 giorni all`alba", montaggio e incasinamento del sottoscritto.